Monte dei Paschi. E' l'ora dei soldi pubblici. 20 miliardi per salvare la banca. Ma basteranno e serve davvero al Paese salvare l'istituto? Padoan rischia sul debito pubblico

di Matteo Lombardi 22/12/2016 ECONOMIA E WELFARE
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 Il governo vara il decreto "salvarisparmio" che crea un fondo da 20 miliardi per le banche e salva Mps tutelandone al 100% la clientela retail. Il provvedimento è stato approvato dal Consiglio dei ministri straordinario convocato a tarda sera dopo il fallimento dell'aumento di capitale da cinque miliardi sul mercato di Montepaschi Siena, di cui ora il Tesoro diventa socio di maggioranza. È "una giornata importante, di svolta" per Mps "di rassicurazione per i suoi risparmiatori e per il suo futuro", ha affermato il premier Paolo Gentiloni sottolineando che il decreto "si basa sull'autorizzazione ricevuta dal Parlamento con ampia maggioranza a costituire un fondo di 20 miliardi per intervenire a tutela del risparmio" e mira a "consolidare il nostro sistema bancario e finanziario". Il presidente del Consiglio ha quindi tenuto a precisare che "le modalità di questo intervento" sono state "concordate con le autorità europee". Qualche ora dopo Mps ha deliberato la richiesta di sostegno straordinario.

Il decreto. Nel corso della conferenza stampa, il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan ha spiegato che il decreto su Mps prevede un meccanismo di tutela degli obbligazionisti subordinati di Mps al 100% assegnando loro prima azioni e poi obbligazioni ordinarie e ha ricordato che l'intervento pubblico fa scattare la conversione forzosa con perdite. Per ovviare a questo la stessa banca attiverà un meccanismo di transazione per scambiare le obbligazioni in azioni e poi in obbligazioni ordinarie.

Dei 20 miliardi quelli che serviranno per Rocca Salimbeni, ha aggiunto Padoan, sono "quelli sufficienti a colmare i requisiti identificati dagli stress test" Bce, che in estate aveva certificato la necessità per la banca di procedere all'aumento per smobilizzare 27,7 miliardi di sofferenze.

"Il meccanismo attivato dal governo è utile a Montepaschi - ha proseguito il ministro - ed è pensato anche per altre banche, vedremo se ci saranno altri istituti che lo richiederanno. Ci aspettiamo che Mps chieda l'attivazione che metterà in sicurezza il bisogno di capitale e consentirà alla banca di continuare nel suo piano industriale che dovrà essere approvato da autorità europee: sarà la terza banca italiana che torna in forza a operare per il sostegno all'economia italiana". Padoan ha infine definito "assolutamente normale" la decisione della Consob di sospendere tutti i titoli Mps domani.

I risparmiatori, che a dire il vero avevano creduto più degli investitori istituzionali nella soluzione di mercato, ora si ritrovano con circa due miliardi di obbligazioni subordinate che saranno convertite in azioni, con una perdita imposta dalla direttiva Ue sul burden sharing che permette sì l'intervento dello Stato ma applicando perdite alla conversione e la diluizione degli azionisti. Per salvaguardarne il valore quindi, si è scelto uno schema di compensazione che vede la banca scambiare le azioni con obbligazioni ordinarie di valore pari a quello delle subordinate. Il Tesoro acquisterà le azioni oggetto dello scambio. Il riacquisto delle azioni frutto della conversione dalle obbligazioni subordinate, è la spiegazione dell'esecutivo, "ha lo scopo di prevenire liti giudiziarie connesse alla commercializzazione delle obbligazioni stesse" da parte degli oltre 40mila risparmiatori. Gli investitori istituzionali invece avranno una conversione che riconoscerà loro il 75% del valore nominale.

Il fondo sovrano del Qatar, come anticipato, non si è più reso disponibile a investire. Il via alla nuova statalizzazione della banca dovrebbe arrivare oggi giovedì 22 dicembre, quando il consiglio di amministrazione della banca tornerà a riunirsi per tirare le somme dell’aumento di capitale che si chiuderà alle 14, sancendo il suo fallimento per la mancanza di nuovi azionisti. Già nella serata potrebbe arrivare anche il decreto con il quale il Tesoro diventerà azionista di maggioranza assoluta della banca.  

La verità è che la conversione dei bond di Mps ha portato 2,447 miliardi di euro, oltre un miliardo solo dai piccoli risparmiatori. Ma tutto questo non basta, perché l’offerta delle nuove azioni, che avrebbe dovuto raccogliere altri 2,5 miliardi, non ha raggiunto i risultati sperati e l’unica strada è l’intervento dello Stato. E io titolo in borsa è andato di nuovo giù e non di poco, oltre l’11%.

 Non è ancora chiaro quanta parte dei 20 miliardi messi a disposizione dal governo saranno necessari per mettere in sicurezza il Monte dei Paschi. Il ministro Pier Carlo Padoan ha detto in Parlamento che in questo momento non è possibile “fornire valutazioni specifiche sui singoli istituti” assicurando massima attenzione “alla tutela dei risparmiatori retail, tenendo conto dei margini” concessi dalle norme europee in materia di aiuti di Stato e di direttiva bancaria. Il Ministro ha proseguito dicendo che “questa misura rafforza la capacità del sistema Italia di crescere e consolidarsi e la crescita sarà un ulteriore elemento facilitatore dei bilanci bancari".

Intanto la cessione di 28 miliardi di sofferenze dell’istituto senese si farà comunque, malgrado l’intervento dello Stato. A chiarirlo è stata una nota del fondo Atlante, dopo che per tutta la giornata di ieri si erano rincorsi voci e dubbi sullo slittamento dell’operazione.

Immaginiamo in queste ore il lavoro di dirigenti, funzionari, sportellisti, cassieri che stanno provando a calmare e a non far andare via le migliaia di correntisti e piccoli investitori rassicurandoli su un futuro al momento alquanto nebuloso. A supportare questa sorta di sportello psicologico d’ascolto per i clienti Mps, è ormai assodata la garanzia della liquidità pubblica che dovrebbe mettere l’istituto al riparo da ulteriori fughe di depositi. 

Dal prospetto del Monte ultimo pubblicato emerge un peggioramento della situazione di liquidità: la posizione è positiva per i prossimi quattro mesi, mentre alcuni giorni fa la banca aveva dichiarato una liquidità positiva per una prospettiva di undici mesi. E ancora: “Non vi è alcuna certezza che lo Stato intervenga, e, ove intervenga, non vi è certezza circa le modalità di tale intervento e l'importo”. Quanto all'intervento di Atlante, dal documento emerge la condizione che sospende l'intervento del fondo sulle sofferenze (è prevista la vendita di un pacchetto da 27 miliardi) in caso di partecipazione dello Stato all'aumento di capitale oltre 1 miliardo di euro o in caso di risoluzione.

Il sostegno finanziario pubblico straordinario ha come fonte di legittimità, l’ articolo 59, paragrafo 3 (e) della direttiva BRRD sulla risoluzione e risanamento delle banche. MPS chiederà al Tesoro la ricapitalizzazione precauzionale, prevista dalla BRRD articolo 32, paragrafo (4, lettera (d, punto (iii. Il Tesoro emanerà subito dopo un decreto contenente, tra le altre cose di più ampio respiro, due interventi per il Montepaschi.

Il primo intervento autorizza l’uso di garanzie su prestiti o bond e ha effetto immediato perchè serve a risolvere all’istante il problema della liquidità evidenziato dalla Bce, nodo che non aveva consentito la concessione della proroga al 20 gennaio per l’operazione di mercato.

Il secondo intervento per il Monte, nel decreto del Tesoro, non effettua l’aumento di capitale ma è propedeutico alla finalizzazione della ricapitalizzazione precauzionale, in quanto allestisce un fondo con potenza di fuoco fino a 20 miliardi per questo tipo di soccorso.

Il soccorso pubblico programmato dal Governo prevede inevitabilmente un allargamento delle maglie del debito pubblico e dei parametri europei di sforamento. Avvertita Bruxelles, lo Stato può farlo "in presenza di eventi straordinari" quali gravi crisi finanziarie nonché gravi calamità naturali con rilevanti ripercussioni sulla situazione finanziaria generale del Paese.  Il Governo presenta a questo punto al Parlamento una relazione, con cui aggiorna gli obiettivi programmatici di finanza pubblica indicando la durata e la misura dello scostamento rispetto all'obiettivo, le finalità alle quali destinare le risorse disponibili provenienti appunto dalle nuove emissioni di titoli e il relativo piano di rientro. Dovrà cioè indicare con quali misure perseguire l'obiettivo che si era prefissato per il debito. Le polemiche sono proprio scaturite dal fatto che, per rientrare negli obiettivi già prefissati e alzandosi il livello del debito con l'emissione di nuovi titoli, all'orizzonte possano delinearsi nuove misure nelle prossime leggi di bilancio che possano ad esempio innalzare le tasse.

 Obiettivo dell'eventuale decreto - che potrebbe essere approvato venerdì dal Consiglio dei Ministri - ha quello di assicurare un "adeguato livello di liquidita'" al sistema bancario. Con il cosiddetto burden sharing lo Stato in pratica mette a disposizione soldi pubblici, a patto cioè che vengano, appunto, condivisi gli oneri. Ossia gli azionisti e coloro che posseggono obbligazioni subordinate partecipano al rischio di aumento del capitale, ad esempio convertendo i bond (ossia le obbligazioni) in azioni.

Uno scenario questo che si va dunque concretizzando ma in realtà ipotizzato da tempo e che ha sempre destato le critiche delle opposizioni in Parlamento, su tutti 5 Stelle e Lega, che si dicono contrarie ad investimenti di soldi pubblici per salvare banche fallite a causa di dirigenti e dirigenze incapaci o peggio.

Secondo i grillini il ministro Padoan deve andare a casa. Il M5S vuole sfiduciarlo perché non ha saputo affrontare con tempismo le emergenze del sistema bancario, ha tergiversato per mesi e mesi su Montepaschi e adesso, sotto Natale, “ci chiede di poter fare fino a 20 miliardi in più di debito senza spiegare in alcun modo come vuole usarli. Non possiamo accettare di dare alcuna carta bianca a un governo fantoccio. Soprattutto dopo che il suo predecessore ha imposto la chiusura anticipata, con la fiducia, della legge di Bilancio senza una vera discussione in Senato”.

Per il movimento è inaccettabile che Padoan “metta le mani nelle tasche degli italiani con questa sfrontatezza per fare l’ennesimo regalo a un ceto di banchieri e manager che andrebbe invece spazzato via”.

La ricetta dei 5 stelle è sintetizzata in alcuni punti: principi di sana e prudente gestione; una politica degli impieghi rivolta all’economia reale; una policy delle remunerazioni dei dirigenti realmente commisurata ai risultati d’impresa.

E soprattutto l’ira dei pentastellati nei confronti del governo nella faccenda soldi salvataggio Mps ha origine dal rifiuto del Pd e degli ultimi governi di prender ein esame l’ipotesi del reddito di cittadinanza. Una misura che costerebbe alle casse statali non più di 17 miliardi di euro in cinque anni contro gli oltre 20 ora messi sul tavolo dell’affare Monte dei Paschi.

 


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